Lo sguardo di Giuseppe Tornatore
Quello che amo nei film di Giuseppe Tornatore è la potenza dello sguardo.
Direi che lo sguardo sia il vero e unico protagonista delle sue opere. I vari film invece una diversa sua declinazione. Una specie di variazione sul tema.
Lo sguardo innamorato (Nuovo Cinema Paradiso), contemplativo (La leggenda del Pianista sull’oceano), seduttore (Malena), idealistico (Baharia) e l’ultimo…lo sguardo “ingannevole” (La migliore offerta).
L’arguto Oldman, protagonista de La migliore offerta, grande esperto d’arte abile a riconoscere e diagnosticare, in un’opera, l’autentico dal falso non riesce a leggere e decifrare negli occhi reali di una donna la verità dalla menzogna.
Perché infondo sempre di questo si tratta nei film come nella vita, nei grandi romanzi come nelle più banali storie d’amore o d’amicizia.
Indovinare nell’ abisso dell’animo umano la quantità di verità pura che resta oltre i veli delle parole, dei silenzi, dei gesti, delle risate e perché no, anche dei milioni di tag che si condividono.
Mi ricordo di un famoso adagio popolare: “E’ più facile ingoiare un chilo di sale anziché conoscere i pensieri di una persona”.
La migliore offerta infondo non c’è mai. Perché il valore quello vero è indecifrabile; falsato all’origine. Sopraggiungerà quasi sempre quella maledetta quantità di paura che adagerà, come un’ombra, la sottile foglia di fico a copertura di un’eclatante e invincibile nudità.
C’è anche un adagio popolare che recita “Gli occhi sono lo specchio del cuore”.
Con le parole si può anche tradire, con gli occhi no.
Molti animi sensibili hanno la capacità di arrivare dritti al cuore passando da un semplice sguardo.
A poco serviranno allora le parole…. saranno sufficienti silenzi parlati!