Feb 16, 2022 - Senza categoria    2 Comments

Annientamenti e meravigliose menzogne

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Il titolo dell’ultimo romanzo di Michel Houellebecq è Annientare.

Lo sguardo freddo, asettico, lucido e impietoso dell’autore francese ritrae ancora una volta un mondo in declino. Destinato ad essere annientato; prima o poi. Gli attacchi haker di attivisti neo catto-comu-eco-fascisti destinati a distruggere capisaldi del neo/global/anarco/capitalismo al pari delle cellule cancerogene in un corpo umano ( la mandibola di Paul) mostrano e amplificano il no-sense della vita. Che poi sia quella planetaria o privata dell’ uomo comune, il destino è inesorabilmente il medesimo.

Possiamo dunque ancora sperare? Non c’è nulla che ci possa ancora far sperare. Possiamo solo trovare espedienti legati a piccoli o grandi piaceri che possono imbrattare di colore un’esistenza dai toni grigio- pallido. Una “bella scopata”, un ottimo vino d’annata che puoi trovare nella cantina di famiglia, una passeggiata al mare o in un museo. Piccoli rifugi dal no-sense che avanza prepotente e definitivo ad annientare tutto e tutti. Come il pianeta Melancholia di Von Trier nel finale del suo  film.

Perchè continuare a leggere comunque un libro cosi noir, caustico e deprimente? Perché serve per lo meno a fissare il vuoto, a comprendere, se si ha a fortuna di non essere toccati in prima persona, le 100 sfumature della disperazione di chi quel vuoto gli tocca di guadarlo quasi ogni giorno. Serve soprattutto a non fuggire. In un mondo di atmosfere nebulose, di strade liquide, e di terre del tramonto senza molto sole all’orizzonte, forte è la tentazione della fuga. L “Elogio della fuga” di Laborit ispiro’ molti film di Salvatores. Illusioni ingannatrici che come ironici boomerang, finito l’effetto sorpresa” riportano al vuoto di partenza. Chimere contemporanee che possono venire da estasi oppiacee, talvolta addirittura religiose, oppure dalla fascinazione consumistica di prodotti e persone. Il romanzo finisce con questo dialogo tra i 2 protagonisti:

– Non penso fosse in nostro potere cambiare le cose.
– No, mon chéri, avremmo avuto bisogno di meravigliose menzogne

In queste settimane è uscito nelle sale “La fiera delle illusioni” di Guillelmo del Toro. Si parla di illusioni ed illusionisti; improvvisati o professionisti di mestiere, poco importa. La prima immagine è che come spettatori o come comparse, facciamo tutti parte di un circo che porta in giro “uomini bestia”. Curiosi fenomeni rannicchiati nelle ombre delle proprie paure, demoni o sensi di colpa. La seconda immagine è che gli uomini bestia hanno talmente fame e bisogno di “meravigliose menzogne” da essere disposti anche a pagare dei venditori (taumaturghi, indovini, coach motivazionali, pseudo-psicologi) da cui comprare “vie di fuga”, pasticche di speranza, gocce di anestetici contro il proprio individuale male di vivere.

Tuttavia proprio in questi giorni alla radio oltre a news di pre –guerre risuonano come balsamo preghiere laiche che ripetono, testarde come un mantra, cose come “forse sei tu quell’istante che mi porterà/ una piccola felicità/ e quella stupida voglia di vivere….sempre” (Elisa)

Annientamenti e meravigliose menzogneultima modifica: 2022-02-16T17:44:29+01:00da weilsimone
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2 Commenti

  • Caro Giuseppe, la tua profonda analisi mi lascia naturalmente l’amaro in bocca, ma tra le righe si intravede quello che l’uomo ha perduto, ossia la gioia dei piccoli momenti (il tramonto, un bel bicchiere di vino, ecc ecc.). Quindi ben venga questo momento per farci riflettere a riguardo.
    Un abbraccio

    • Grazie per il tuo commento!
      Abbiamo tutti bisogno, qualche volta nella vita, di “meravigliose menzogne”.
      Basta saperle riconoscere per quello che sono e farne buon uso!
      Ciaooo!

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