Ott 4, 2010 - Senza categoria    No Comments

Accabadora

images accabadora.jpg« Non tutte le cose si ascoltano per capirle subito » (pag. 12)

Mi sembra la sintesi, semmai se ne possa mai fare una, dell’ultimo romanzo della giovane scrittrice sarda  M. Murgia.

Accabadora era un savoir-faire di persone , soprattutto donne, che possedevano “l’arte della fine”.

E come ogni arte non si puo spiegare, capire, abbordare. Si puo osservare , per poi passare oltre per sempre o contemplare come una possibilità.

 

Adoro i soggetti letterari o cinematografici dove dopo l’ultima scena non si è capito tutto.

Mi aggrappo alla parte di mistero e significati che sgorgano oltre l’evidenza; dopo i titoli di coda, fuori e oltre il supporto spento o appena chiuso. Quando si va a letto e non si dorme perche le immagini deambulano come icone multimediali senza apparente collegamento eppure scommetti che il filo c’è ma è troppo fine.

 

Nell’arte autentica viene  data la possibilità al pubblico di continuare la storia come una specie di sistema o programma “open source” a cui tutti possono contribuire.

In questo senso mi piacciono le storie “libere” dove niente è preciso e chiarito ma sono solo indizi da cui partire per il tuo viaggio,  per la tua storia.

 

“Quando finisce un lutto , Tzia?”

“Quando finisce il dolore finisce il lutto”

“Quindi il lutto serve a far vedere che c’è il dolore”

“No, Maria, il lutto non serve a quello. Il dolore è nudo, e il nero serve a coprirlo non a farlo vedere”

 

Buona continuazione!

Accabadoraultima modifica: 2010-10-04T17:17:05+02:00da weilsimone
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