Terraferma e “La lista dei miei desideri”
Uno è il titolo di una bellissimo film di Emanuele Crialese e l’altro è un grazioso romanzo di Gregoire Delacour. Ovviamente non hanno nulla in comune; né storia, né personaggi, né genere.
Forse gli autori nemmeno si conoscono. E’ probabile.
A me piace metterli accanto; anzi uno sopra l’altro come si fa con le pile di libri o dei CD su uno stesso tavolino: a reggere i movimenti.
Perchè dei desideri, delle speranze, delle passioni, quello che vediamo è sempre e solo un movimento: leggero, disperato, elegante, grezzo, maldestro, salvatore, omicida.
Mi ha colpito in Terraferma l’immagine del social tuffo dei turisti dalla disco-barca direttamente in mare; a piombo. Stessa quantità di carne umana dei drop-out africani; stessa mimica delle mani e uguale tonfo nell’ acqua – splash. A cambiare è solo il senso e il non senso di quel comune precipitare.
Poi l’immagine finale. Una barca solitaria circondata da un mare nero e terrificante; in un movimento audace e clandestino unica via di fuga per poter salvare una donna e due bambini dalla inesplicabile e contorta legge della terraferma.
Leggo una frase del romanzo di Delacourt senza capirne ancora il senso.
“L’amore non resisterà alla verità”