Apr 11, 2023 - Senza categoria    No Comments

La domanda della Resurrezione

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“A me non interessa che sia risorto; mi basta la sua storia, il suo essere umano….”

Cosi scrive la mia amica Rosaria Gasparro e certo ha ragione. La vita e il messaggio di Gesù compresa la sua passione e morte bastano. C’è tanto, c’è tutto quello che c’era da dire sull’esistenza, sul senso, sull’essenziale. Basta la sua eroica ed eccezionale vita, la profondità universale delle sue parole, la provocazione profetica dei suoi gesti, la bellezza plastica dei suoi miracoli. Già per questo la sua è stata una testimonianza da secoli nei secoli, amen!

Che bisogno c’èra della Risurrezione? Cosa aggiunge ad una vita ed a un insegnamento unici, assoluti,  “ reso perfetto” dice San Paolo,  proprio nel momento della morte.  Nessuno è mai più riuscito a morire meglio di lui. Ad immagine della sua vita pure la sua morte è stata pura poesia!

Tutti i Vangeli potevano terminare con il racconto della Passione e Morte di Gesù di Nazareth. Per come mirabilmente è stata descritta sarebbe stata davvero una  Gran Bella Fine.

La morte di Gesù di fatto la capisco. Per quanto bella e originale alla fine non è unica.  Rientra nel computo della “solitudine dei numeri primi”.  Come bere la cicuta per Socrate, si puo’ vivere e morire per una qualche ragion d’essere, per una verità.  Nel “ portato al macello come agnello immolato” vedo riprodursi il cieco meccanismo della folla nel liberatorio bisogno del capro espiatorio; “Meglio che uno solo muoia per tutti” è la conseguenza del potere astuto che non tollera competitors. E comunque di morti innocenti ne è piena la storia A.C. e D.C.

La resurrezione invece non la capisco. Non è credibile, non tiene, non è solida. Semina solo dubbi. Sta li a spargere domande. Avviene nel sonno dei soldati, nel  fraintendimento delle donne, nell’incredulità degli apostoli  e nel tormento di  Tommaso.

E allora perché continuare con la Resurrezione?

Io non ho risposte. Impalato anch’io di fronte alla sua resistenza, mi  tengo stretta  però la domanda che diventa preziosa perché si conserva intatta, irriducibile, non esaudibile.

Mi consolo guardando  L’incredulità di San Tommaso del Caravaggio. M’impressiona  quella scucitura nella veste di Tommaso all’altezza simmetrica della ferita al petto di Gesù.

La resurrezione per me è quello strappo, quel pertugio lasciato vuoto. Una feritoia che lascia aperta una possibilità.  Come il dito nella ferita del petto, resto in attesa di fronte a  quel buco della ragione, a quell’imperfezione  nell’essere, a quel vuoto dell’esistenza.

Mi aggrappo a quella domanda e me ne vado divertito anche  per le fitte rughe disegnate sulla fronte di Tommaso. Per ogni dubbio una ruga? Penso alla mia di fronte che si va riempiendo anch’essa di rughe. Sarà mica colpa della Resurrezione?

La domanda della Resurrezioneultima modifica: 2023-04-11T10:38:16+02:00da weilsimone
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