Apr 6, 2020 - Senza categoria    No Comments

L’ entrata in Gerusalemme di Giotto

 

Ingresso Gerusalemme_Giotto

In questo dipinto Giotto celebra l’ingresso di Gesù a Gerusalemme che inaugura il cammino della Pasqua.

Diversi i richiami al movimento: l’asino che avanza, la folla che esce dalla porta di Gerusalemme incontro a Gesù, gli apostoli che seguono, i bambini che salgono sulle palme.

E poi un cielo che scende sulla terra, una terra che diventa tappeto e cammino verso…

Circolazione di sguardi: gli apostoli che guardano la folla, la folla che guarda Gesù, San Giovanni che guarda Gesù, gli occhi degli asinelli complici della festa.

E Gesù li al centro: tra Cielo e Terra, tra folla e apostoli, tra alberi  e animali, a ridosso di mura fortificate  e una maestosa porta di passaggio; dalla quale  entrerà prima glorioso e uscirà poi miserabile.

Passaggi, cambiamenti repentini e cruenti. Come gli umori dei due banchi di folla:  gente e discepoli anonimi,  uguali e assiepati; le stesse figure che ora esultanti, domani lo rinnegheranno. E lui lo sa! La folla dove l’individuo scompare e con lui le sue responsabilità dileguata  nell’orda di gruppo, ubriacata dalle fake news a cui è più facile credere, imbrogliata dal complottista di turno che mentendo semplifica la complessità.

Passaggi e cambiamenti che verranno: nel cielo che da azzurro limpido diventerà cupo, scuro, buio. Gli Osanna di oggi diventeranno grida di condanna, una porta spalancata e accogliente diventerà muro di rabbia che caccerà fuori l’impostore. E lui lo sa!

Passaggi e cambiamenti nei suoi amici intimi, compagni di strada e di destini, testimoni di miracoli e di visioni, destinatari di magnifici racconti e spiegazioni. Li vedi nel quadro fare corpo tra loro, uniti ora più che mai nel tempo del successo e miseramente dispersi e fuggiaschi nell’ora della prova, del dubbio, della delusione. E lui lo sa!

Lui lo sa!  Al centro , avanza deciso come un rè, “capitano della mia anima” come direbbe il poeta. Eppure è già solo; sebbene a distanze diverse ha già il marchio figurato di centimetri di separazione  che diventeranno poi  ore e giorni di solitudine . E lui lo sa!

Lui lo sa! Eppure benedice! Non benedice le palme ma “dice bene” degli uomini. Prevede le evoluzioni climatici di cielo e terra , i cambiamenti d’umore, le intermittenze del cuore, l’inaffidabile  fedeltà. Lui lo sa e lo assume!

Lo porta con se nel suo andare alla morte; al buio, in rotta verso l’assordante  Grande Silenzio .

Porta con se un grido universale che implora dal più profondo delle sue viscere una qualunque risposta!

La sola per la quale è giusto e bello agitare per tutti gli uomini i nostri singoli rami di pace e speranza:

La silenziosa canzone dell’Amore!

Auguri a tutti nel giorni delle Palme 2020!

 

Mar 16, 2020 - Senza categoria    No Comments

Divorare il cielo di Paolo Giordano

Divorare il cielo

 

Ci sono libri che si continuano a leggere non per correre veloci verso l’esito della storia ma per incespicare in una qualche frase che ti lascia di stucco e ti fa fermare. Non proseguire, fermare! Aspettare. Attendere che ti entri dentro come  pigre gocce di flebo nelle lunghe degenze.

Occorre che  le parole per essere più efficaci entrino a piccole dosi, il significato scorra lento, la profondità si scavi pazientemente.
Leggendo “Divorare il cielo” di Paolo Giordano sono cosi’ inciampato più di una volta.
La prima volta è stato a cavallo di pag 220 e 221 (Ed.Einaudi 2018):
Di tanto in tanto cercavo Bern con lo sguardo, lo vedevo attorniato da altri ospiti, troppo lontano. Ma non permettevo a quella distanza di ferirmi”
Poi sono inciampato una seconda volta a pag. 241 (Idem):
“ Poteva succedere anche questo. Nella vota poteva succedere che dentro le persone nascessero dei desideri inconciliabili. Non era giusto ma non si poteva evitarlo, ed era successo a noi”
La terza caduta è stata a pag. 308 (Idem):
Cio’ che i microfoni nascosti potevano rilevare era soltanto un ritratto acustico della mia solitudine”
E dopo le 3 cadute una specie di risurrezione a pag 385
“Sono fuggito dalla tua mano verso la tua mano”

E giunto alla fine del romanzo sono partito….

Ago 27, 2014 - Senza categoria    No Comments

La domanda di Donna Tartt

index

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ soprattutto nel romanzo Il cardellino che mi pare di intravedere la domanda della scrittrice americana Donna Tartt.

La esprime cosi’.  “Le uniche verità che contano per me sono quelle che non capisco, che non posso capire. Cio’ che è misterioso, ambiguo, inesplicabile. Cio’ che non entra in una storia, cio’ che non ha una storia”

La chiama anche “zona di mezzo”. L’ho vista  anch’io a volte, nel momento del sole rosso che è appena sceso giù nel mare scuro, al minuto 2’ e 27” della canzone “Siamo soli” di Vasco Rossi un’attimo prima che la chitarra gridi “ehhhh ….sono qui…. siamo vivi”

E incuriosito dall’invitante  romanzo di Donna Tart, sono andato a mia volta a  guardare il quadro di Fabritius. Ho ammirato anch’io la sottile catenella che lega il cardellino alla terraferma, al suo tempo, al proprio destino, alla personale e individuale  sua storia, “intrappolato nel cuore della luce”.

Chiedendomi anch’io se il solo esserci sia  già tanto!

Pagine:«123456789...35»