L’ entrata in Gerusalemme di Giotto
In questo dipinto Giotto celebra l’ingresso di Gesù a Gerusalemme che inaugura il cammino della Pasqua.
Diversi i richiami al movimento: l’asino che avanza, la folla che esce dalla porta di Gerusalemme incontro a Gesù, gli apostoli che seguono, i bambini che salgono sulle palme.
E poi un cielo che scende sulla terra, una terra che diventa tappeto e cammino verso…
Circolazione di sguardi: gli apostoli che guardano la folla, la folla che guarda Gesù, San Giovanni che guarda Gesù, gli occhi degli asinelli complici della festa.
E Gesù li al centro: tra Cielo e Terra, tra folla e apostoli, tra alberi e animali, a ridosso di mura fortificate e una maestosa porta di passaggio; dalla quale entrerà prima glorioso e uscirà poi miserabile.
Passaggi, cambiamenti repentini e cruenti. Come gli umori dei due banchi di folla: gente e discepoli anonimi, uguali e assiepati; le stesse figure che ora esultanti, domani lo rinnegheranno. E lui lo sa! La folla dove l’individuo scompare e con lui le sue responsabilità dileguata nell’orda di gruppo, ubriacata dalle fake news a cui è più facile credere, imbrogliata dal complottista di turno che mentendo semplifica la complessità.
Passaggi e cambiamenti che verranno: nel cielo che da azzurro limpido diventerà cupo, scuro, buio. Gli Osanna di oggi diventeranno grida di condanna, una porta spalancata e accogliente diventerà muro di rabbia che caccerà fuori l’impostore. E lui lo sa!
Passaggi e cambiamenti nei suoi amici intimi, compagni di strada e di destini, testimoni di miracoli e di visioni, destinatari di magnifici racconti e spiegazioni. Li vedi nel quadro fare corpo tra loro, uniti ora più che mai nel tempo del successo e miseramente dispersi e fuggiaschi nell’ora della prova, del dubbio, della delusione. E lui lo sa!
Lui lo sa! Al centro , avanza deciso come un rè, “capitano della mia anima” come direbbe il poeta. Eppure è già solo; sebbene a distanze diverse ha già il marchio figurato di centimetri di separazione che diventeranno poi ore e giorni di solitudine . E lui lo sa!
Lui lo sa! Eppure benedice! Non benedice le palme ma “dice bene” degli uomini. Prevede le evoluzioni climatici di cielo e terra , i cambiamenti d’umore, le intermittenze del cuore, l’inaffidabile fedeltà. Lui lo sa e lo assume!
Lo porta con se nel suo andare alla morte; al buio, in rotta verso l’assordante Grande Silenzio .
Porta con se un grido universale che implora dal più profondo delle sue viscere una qualunque risposta!
La sola per la quale è giusto e bello agitare per tutti gli uomini i nostri singoli rami di pace e speranza:
La silenziosa canzone dell’Amore!
Auguri a tutti nel giorni delle Palme 2020!